Il Barocco, l’Accademia Dei Carracci

IL BAROCCO

La storia ci racconta come la prima metà del 15°secolo è un’età di grandi mutamenti. Tra il 1618 e il 1648 l’Europa fu dilaniata dalla Guerra dei Trent’anni, che portò alla definitiva del continente tra paesi protestanti e paesi cattolici, con la successiva frantumazione del Sacro romano impero. I paesi europei più importanti come Francia ed Inghilterra  videro il loro potere ampliarsi sempre di più, mentre la Spagna, nonostante le sue immense ricchezze viveva una condizione di estrema debolezza. Nella penisola italiana la produzione di derrate agricole non bastava più a mantenere la popolazione; scoppiarono le prime carestie, a cui seguirono le spaventose epidemie di peste prima al nord (come ci narra Manzoni nei Promessi Sposi) e poi al sud. Ad aggravare la già difficile situazione italiana ci fu la crisi dei commerci e del sistema manifatturiero che produceva esclusivamente oggetti di lusso, i quali erano del tutto inadeguati alla nuova condizione del mercato. Questa crisi del mercato portò al rafforzamento del ceto nobiliare: sia i vecchi, sia i nuovi nobili, approfittarono del loro potere per reintrodurre il sistema giudiziario feudale, mettendo in questo modo le basi per un immobilismo della società oppure per una rivoluzione violenta e fallimentare, proprio come accadde a Napoli nel 1647. Negli anni successivi la Chiesa assume un ruolo molto importante. Infatti la determinazione che il Clero aveva nel cercare di diffondere il credo cattolico, si trasformò in un’eccezionale crescita degli ordini religiosi e nel conseguente sviluppo della committenza artistica. Inoltre l’espansione degli ordini monastici in tutta italia fu grande, come possiamo vedere a Napoli, Milano e Roma, dove l’estensione dei conventi fu determinante per la forma delle città. Durante gli stessi anni molti edifici ecclesiastici vennero restaurati, modificati e dotati di nuove decorazioni. Roma giocò un ruolo importantissimo, confermandosi poi come centro di diffusione artistica maggiore. Il rinnovamento artistico di Roma, lo si deve a grandi artisti forestieri: Caravaggio, un uomo lombardo che arrivò lì dopo il luglio del 1592;

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Annibale Carracci, Autoritratto sul cavalletto, 1604 ca. Olio su tavola

Annibale Carracci, artista bolognese trasferitosi a Roma nel 1595. Negli ultimi anni del 1500, la cultura figurativa italiana mostrava ancora una forte impostazione manierista. Ma come abbiamo studiato la Maniera era un linguaggio molto sofisticato, che poteva essere interpretato al meglio solo da poche persone. Caravaggio e Carracci si opposero al Manierismo, cercando di riportare il più fedelmente possibile la realtà. Andarono contro la corrente Manierista in nome della verità delle cose e del riavvicinamento della natura, cercando di imitare il reale, adottando però due stili differenti.Caravaggio nei suoi dipinti usò la luce come una forza rivelatrice e potente, e questa sua sperimentazione suscitò intraprendenti seguaci a Roma, Napoli, in Sicilia, in Toscana e nel Sud Italia. Molti furono gli artisti stranieri che furono attirati nella Città Eterna, rimanendo affascinati dalla “Rivoluzione caravaggesca” Tutti i maggiori protagonisti del Seicento europeo se ne sentirono attratti. Proprio grazie ai due artisti si può iniziare a parlare di “barocco”. La parola “barocco” viene usata a partire dal tardo Ottocento, per indicare generalmente l’arte del XVII secolo e presenta due etimologie differenti: una italiana e una francese. L’espressione italiana rimanda al sistema logico della filosofia medievale, mentre il termine francese baroque indica un tipo di perla irregolare. Il Barocco riguarda tutte le forme artistiche: si passa dalla letteratura barocca, alla filosofia, per poi passare anche alla musica. La cultura letteraria del Barocco insiste su una costante rottura delle regole e sulla trattazione di temi considerati insoliti come il brutto, il grottesco, il deforme o il macabro. Nella filosofia barocca gli uomini capirono che con la ragione potevano arrivare ad una conoscenza infinita, gettando così le basi dell’illuminismo. Infine il fenomeno del Barocco musicale si pone in maniera netta e differente rispetto alla pittura, alla scultura, all’architettura, nonché alle lettere. Ciò per via del raggiungimento di maturità e compiutezza del suo linguaggio. Un importantissimo esponente della musica barocca e sicuramente Antonio Vivaldi.

Portrait of Antonio Vivaldi
Antonio Vivaldi

L’ACCADEMIA DEI CARRACCI

Alla fine del Cinquecento si manifestò in Italia una forte crisi del Manierismo. Soprattutto a Bologna una forte ispirazione devozionale stimolò i pittori più sensibili alla ricerca di nuove soluzioni linguistiche e figurative: questa esigenza venne soddisfatta da Ludovico Carracci, fondatore nel 1582 assieme ai cugini Agostino e Annibale, dell’Accademia degli Incamminati.

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Autoritratto di Ludovico Carracci

L’Accademia insegnava agli allievi, attraverso la pratica costante e sperimentale del disegno dal vero, come promuovere uno stile pittorico che riproducesse fedelmente la realtà. Le opere di Ludovico Carracci (1555-1619) si attengono allo stile barocco presentando una forte con notazione naturalistica. Un quadro molto importante è sicuramente la Madonna con il Bambino, i Santi Francesco e Giuseppe e i committenti, il quale è tutto giocato sul linguaggio allusivo degli occhi e degli atteggiamenti.

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Madonna con il Bambino, i santi Francesco e Giuseppe e i committenti

La Madonna e il Bambino ricevono lo sguardo commosso di San Giuseppe che è seduto in basso, mentre San Francesco raccomanda alla Vergine i committenti del dipinto. Agostino Carracci (1557-1602) insegnava anatomia e prospettiva all’interno dell’Accademia. Il suo più celebre dipinto è la Comunione di San Gerolamo.  

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Comunione di San Gerolamo

In questa scena Gerolamo, un uomo malato e prossimo alla morte, chiede di poter ricevere la sua ultima comunione. Fra i religiosi che partecipano all’evento, alcuni appaiono accorati per le condizioni del Santo, mentre altri assistono con forte stupore all’ascesa degli angeli. Annibale Carracci espresse nella sua arte gli antichi valori della tradizione rinascimentale. Fin dai primi dipinti di Annibale si manifesta l’interesse per soggetti umili ed ordinari, come si può vedere ne  La bottega del macellaio.

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La bottega del maceallaio

In quest’opera Annibale riprende le scene di genere e la tematica fiamminga della natura, abbandonando il tono caricaturale del conterraneo e supera i limiti della riproduzione al dettaglio. Questa scena di vita quotidiana nasconde un’allegoria dell’Accademia dei Carracci, con i tre cugini che prestano le loro sembianze ai macellai: Agostino è intento a pesare un pezzo di carne; Ludovico è dietro al bancone; Annibale è inginocchiato a terra in procinto di sgozzare un capretto. Una delle commissioni più importanti fu affidata dal cardinale Odoardo Farnese nel 1595. Annibale aveva il compito di decorare la galleria e il camerino del palazzo di famiglia.

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Volta della Galleria Farnese

La Galleria Farnese presenta un ampio salone con un soffitto a volta, sul quale Annibale eseguì un affresco a decorazione mista. Il quadro più importante è il Trionfo di Bacco e Arianna ed è posto al centro della volta. Ovidio ci narra che la celebre eroina aiutò Teseo a uscire dal labirinto, ma successivamente venne abbandonata e fu poi salvata dal Dio Bacco. L’affresco mostra i carri nuziali che portano i due sposini. Il Barocco è quindi un movimento che ha caratterizzato il XV, il XVI e il XVII secolo, portando una ventata di novità.